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La bachicoltura si trasforma

Con un innovativo modo di allevare la bachicoltura diventa professione.

Una sola persona può produrre una quantità di bozzoli finora impossibile.

Con una struttura sperimentale é stata concretizzata un'idea che amplia la potenzialità dell'agricoltura con la ripresa della bachicoltura.

Il ciclo che parte da agricoltura fino a stilisti di moda si completa tramite filanda, filatura e tessitura: tutto con seta Italiana

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Bachicoltura rivoluzionaria

Cosa può diventare in una nuova ottica

L'Italia era una rilevante produttrice della seta grazie alla quantità di bozzoli che, anche se modesta, ogni famiglia consegnava alla filanda più vicina.

La maggior parte erano famiglie agricole ed il guadagno era solo una minima parte delle entrate, visto che le mansioni rivolte al bestiame, all'orto ed ai frutteti non venivano interrotte.

L'industrializzazione però le ha allontanate dalla campagna e con la trasformazione del tenore di vita sociale la bachicoltura è risultata insufficiente, ma per molti centri specifici è diventata una sfida.

Oggi si possono avere le foglie giuste dalla primavera all'autunno grazie a gelsi precoci, mezzani e tardivi, ma le nuove tecniche di allevamento collaudate richiedono la presenza di troppo personale.

L'allevamento del baco da seta deve essere gestito secondo le necessità del baco agevolando però l'intervento umano a sufficienza per consentire l'arrivo di un rispettoso guadagno, e per guadagno si intende come una normalissima entrata annua di un operaio.

Per evitare l'eccessiva manodopera necessaria con l'uso degli storici GRATICCI e PEZZONE, è nato un macchinario semplice che permette, ad una sola persona, di produrre una quantità di bozzoli finora impossibile.

Uno di questi macchinari permette l'allevamento di almeno un telaino e per il cambio della lettiera e l'asportazione dei rifiuti esiste un "rettangolo", scorrevole verticalmente, sopra al piano di allevamento.

Questo "rettangolo" scorrevole è dotato delle guide dove si fa scorrere la rete che sarà la nuova lettiera e

dispositivi che non andremo ad illustrare, mantengono e bloccano la rete all'interno delle guide.

E' noto che una sola persona,  lavorando per otto ore giornaliere, può allevare due telaini usando i graticci ma ha bisogno di un'altra persona per il cambio delle lettiere, con il MACCHINARIO che è scritto sopra tutto risulta più semplice, al punto che, quando i primi due telaini arrivano alla formazione del bozzolo, si possono seguire gli altri due che stanno entrando nella 5° età.

Allevare quattro telaini durante le età più impegnative non è impossibile visto le semplificazioni delle operazioni, anche perché, nella 4° età, hanno bisogno di un quarto delle foglie necessarie rispetto a quelli che stanno nella 5°età.Ogni settimana si raccoglierebbero 50-60 Kg di bozzoli, e dalla primavera all'autunno il totale della produzione arriva a circa 1500 Kg. Con il prezzo attuale di 10-12 Euro/Kg il ricavo è di 15000-18000Euro.

L'impegno lavorativo è come quello di un operaio: 180 giorni sono delle settimane impegnate per la raccolta, più 30 giorni quando si fa partire il primo allevamento, più i giorni necessari per la concimazione e manutenzione del gelseto e dello stabile comprese le apparecchiature.

Il bozzolo viene estratto facilmente e velocemente da grigliati, raccogliendoli nei cassetti che vanno messi nell'essiccatoio. In quattro giorni vengono essiccati i quarantamila bozzoli prodotti senza problemi dato che i diecimila giornalieri non impegnano eccessivamente l'allevatore, il quale può gestire i giorni a disposizione come vuole.

Di queste strutture d'allevamento o macchinario, se alleviamo un telaino per ognuna, ne servono sei disposte a coppie in tre sale separate; ciò è meglio descritto nella pagina ALLEVAMENTO.

Un'attività abbandonata ora può tornare all'agricoltura con vigoroso entusiasmo e concretezza, ed i giovani appena diplomati ora possono toccarla per proiettarsi nel futuro con più sicurezza, con un'opportunità in più.

Questo è l'inizio, e tutte le altre difficoltà sono risolvibili.

Nell'anno 2019 in breve tempo è stata progettata e costruita una struttura sperimentale di limitate dimensioni per verificarne la funzionalità, pienamente raggiunta, con l'allevamento di 3500 bachi su un piano di 2x1m.

Con l'autorizzazione, i bachi sono stati nutriti con le foglie del gelseto dell'ex centro gelsobacologico di Cassina Rizzardi-Como.

Quest'anno ne è stata costruita una lunga 6m, con perfezionamento dei dispositivi per l'inserimento di una rete così lunga e dell'estrazione della stessa separata dai rifiuti ed un essiccatoio.

Seguono sommarie pagine descrittive assieme a disegni, fotografie e filmati, e tutto ciò è coperto  dal brevetto depositato.


Con la nuova professione gelsobacologica rinascono le industrie che il baco una volta nutriva per fornire la materia prima alle tessiture, portando beneficio al paese sotto vari aspetti.

Ivo Moia.

Fino Mornasco-Como

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Graticci

I Graticci sono cornici di 2*1m dove è fissata una rete metallica d'appoggio, sulla quale si allevano i bachi, e vengono impilati grazie a gambe della lunghezza di 30cm per diminuire la superficie da occupare all’interno dello stabile dove si mantiene costante temperatura ed umidità ideali per una crescita sana.
Per allevare due telaini, confezioni che contengono 20.000 uova da cui nascono i bacolini, ne occorrono ventiquattro, tanti, ed è per questo motivo che vengono formate sei pile di quattro sovrapposti, lasciandone uno libero quando raggiungono le massime dimensioni.
L’igiene è necessaria per la salute, ed è ottenibile scartando spesso gli escrementi ed i resti delle foglie sui quali possono essere presenti batteri dannosi, portando i bachi sulla nuova e pulita lettiera.
La procedura è questa: sui bachi che occupano ogni graticcio della pila deve essere distesa la rete in plastica di misura opportuna, e su di essa distribuite le foglie appena raccolte e staccate dal ramo.
I bachi saliranno su quella nuova perché attratti da foglie fresche ed a questo punto, insieme ad un’altra persona, si impugnerà negli angoli quella posata sul graticcio più alto della pila per spostarla su quello lasciato vuoto permettendo l’asportazione dei rifiuti dal precedente rendendolo disponibile, appena sovrapposto al graticcio che era una volta libero con lo scopo di ospitare la nuova prelevata dal terzo.
Appare evidente che le operazioni sono lunghe, e l’intervento di un’altra persona fa diminuire il guadagno.

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Pezzone

Tecnica oggi preferita

Il “pezzone” può essere usato su superfici meno protette: i bachi sono già nella terza età e di conseguenza possono sopportare facilmente sbalzi di temperature e di umidità che avvengono sotto tettoie o pergolati.
Queste tavolate lunghe 20m possono essere a livello del terreno ma è consigliato posizionarle almeno ad una trentina di centimetri.
L’ingombro è rilevante, difatti vengono usate anche le gallerie o tunnel in plastica, quelle strutture smontabili che vengono usate per coltivazione in serra.
Il vantaggio è che l’alimentazione del baco non viene svolta piccando la foglia ma portando sul ripiano il ramo intero, permettendo il mantenimento della foglia fresca più a lungo.
I bachi continueranno a salire perché continuando ad alloggiare i rami nuovi sopra a quelli già “divorati” si arriva ad un groviglio largo 1m lungo 20m e spesso 70cm, mentre gli escrementi, cadendo sulla base, determinano meno rischi permettendo l’eliminazione dello smaltimento dei rifiuti, ma rimuovere il materasso di quelle dimensioni quando si vuole riutilizzare il tavolato, è un’operazione impegnativa che necessita di ampi spazi di manovra, di deposito e mezzi di trasporto con la presenza di manovalanza in più.

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Struttura

Descrizione della tecnica rivoluzionaria.

Nella figura in seguito è riportato un disegno semplicissimo con colonne che sostengono un piano fisso sul quale vengono allevati i bachi, e sopra a questo è posizionato e guidato un piano mobile entro il quale viene infilata, guidata e mantenuta distesa, la rete che formerà la nuova lettiera.

La cornice che può bloccare la rete fatta scorrere nelle guide viene chiamata anche piano mobile: i bachi, per qualsiasi motivo, possono continuare a cibarsi su di essa diventando un piano di lavoro di allevamento.

Il funzionamento è semplicissimo, e la visione di carrucole con funi o cavi lo evidenzia.

Le colonne sono l’estremità di una struttura lunga 6-8m così come sono una parte, il termine e l’inizio di un modulo della struttura stessa.

I piani fissi possono essere due o tre, e sopra ad ognuno c’è quello mobile.

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L'utilizzo.

La struttura nella sede del lavoro.

Nella figura che segue c’è un’ipotetica struttura d’allevamento a tre piani composta da tre moduli assemblati, ma la parola ipotetica è presente per il semplice motivo che, essendo mai stato sperimentato un metodo simile, con la lunghezza identica due piani potrebbero essere sufficienti con i vantaggi che ne derivano.

Nell’angolo inferiore sinistro c’è una rappresentativa pianta della sede di lavoro per chiarire lo svolgimento dell’attività bacologica.

Sei strutture sono inserite nelle salette che diventeranno attive con l’intervallo di una settimana.

Nel salone sono presenti due incubatrici che si alternano, ripiani necessari per portarli alla terza età, i dispositivi per staccare le foglie dal ramo ed estrarre i bozzoli dai grigliati, per la spellaiatura e l’essiccazione.

Se l’allevatore dovesse perdere una giornata per consegnare i bozzoli da essiccare la produzione sarebbe compromessa: ogni settimana verrebbe perso il 14%, a meno che l’assenza possa essere recuperata.

Con le apparecchiature già in uso e l’esperienza da applicare il risultato è raggiungibile.

La bachicoltura, l’agricoltura, la tessitura, la moda, la capacità Italiana, ed i giovani, se le vogliamo migliorare occorre trasformare l’allevamento del baco tramite una visione moderna.

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